Gli svizzeri Robert furono una prolifica famiglia di prolifici artisti: già Louis Léopold Robert (1794-1835) e il fratello Aurèle Robert (1805-1871) furono noti ai loro tempi come talentuosi pittori. Uno dei figli di Aurèle, Léo-Paul (1851-1923), intraprese anch’egli la strada della pittura, e sebbene agli inizi della sua carriera si occupasse di altri soggetti, nell’ultima parte passò a dedicarsi a soggetti naturalistici, dipingendo in particolare acquerelli di uccelli e bruchi. I tre figli di Léo-Paul diventarono a loro volta artisti, e i due che hanno già da tempo catturato la mia attenzione, avendo ereditato dal padre entrambe le passioni, per la natura oltre che per la pittura, sono Philippe (1881-1930) e Paul-André (1901-1977).
Philippe fu avviato allo studio della teologia, che interruppe nel 1905 per dedicarsi all’arte. Viaggiò quindi per un paio d’anni in Europa centrale (Germania, Paesi Bassi, Francia), e, più tardi, anche in Inghilterra, Grecia ed Egitto. Si occupò soprattutto di paesaggi e ritratti, ma con numerose digressioni da questi generi – ad esempio realizzò gli affreschi allegorici per l’interno della sala d’attesa della stazione di Biel/Bienne (1923).
Una delle sue prima opere in ambito naturalistico fu l’illustrazione delle piante delle Alpi per La Flore Alpine (1908) [1] di Henry Correvon (1854-1939), un personaggio che meriterebbe un articolo tutto per sè (e che presto avrà!). Correvon era un botanico, ma anche un giardiniere e floricoltore, specializzato in particolare nelle piante alpine, argomento sul quale aveva già pubblicato diversi libri prima della fine dell’Ottocento. Per quanto interessanti nei contenuti, nessuno di questi libri aveva mai avuto un’iconografia veramente notevole, ma le cose cambiarono grazie al sodalizio con Philippe Robert. Le 100 tavole realizzate da Robert raffigurano a colori 176 specie in modo estremamente realistico, coniugando sapientemente uno stile artistico dal gusto di Belle Époque con la necessaria precisione scientifica. Il libro dovette avere un certo successo, visto che un editore britannico chiese insistentemente ed infine ottenne di poterlo pubblicare tradotto in inglese (1911) [2].
L’altro lavoro botanico – marcatamente più artistico che scientifico – per il quale Philippe è ricordato consiste nella serie di illustrazioni delle Feuilles d’Automne (1909) [3]. Vi si mescolano illustrazioni realistiche di foglie secche e motivi decorativi geometrici ispirati ad esse, similmente a quanto avveniva nei libri di ispirazione botanica di Maurice Pillard Verneuil. Meno noti sono alcuni dipinti, ancora piuttosto immaturi a dire il vero, in cui Philippe dipinse dal vero tronchi d’alberi e ceppaie ricoperti di muschi.
Alcune tavole disegnate da Philippe Robert per la Flore Alpine. Da [1].
Diversamente dai fratelli, Paul-André venne fin da subito iniziato all’arte direttamente dal padre (che forse ormai aveva capito che il gene dell’arte era troppo radicato nella famiglia per tentare di indirizzarlo verso altro). Collaborò strettamente col genitore fino alla sua morte, e ne proseguì il lavoro, sviluppando però nel frattempo anche degli interessi propri, in cui la pittura andava sempre a braccetto con le Scienze Naturali.
Come illustratore naturalistico fu molto più versatile dei parenti, dipingendo sì prevalentemente insetti [4, 5, 6], ma anche piante, fiori tropicali e perfino funghi [7], molti dei quali rimasti incompleti ma ugualmente molto realistici. E, mentre tutto il resto della famiglia si cimentò regolarmente anche in ritratti e paesaggi, Paul-André fu l’unico che dipinse quasi esclusivamente soggetti naturalistici.
Alcune tavole di Paul-André Robert che rappresentano le farfalle raffigurate nei loro habitat naturali, circondate dalle piante che vi si trovano più caratteristicamente. Anche se fungono solamente da contorno, le piante sono rappresentate in modo molto fedele alla realtà. Da [4].
La grande competenza di Paul-André in ambito naturalistico, derivante certamente anche da uno spiccato spirito d’osservazione, si tradusse nella capacità di rappresentare scene con sfondi vegetali davvero realistici, anche quando il focus dell’opera era sugli animali. L’apice di questa abilità la raggiunse nelle illustrazioni del suo libro sulle libellule [5], un grande classico per tutti gli appassionati di questi insetti.
Gli Odonati furono probabilmente la più grande passione di Paul-André, che è un riferimento non solo artistico ma anche scientifico per gli odonatologi centroeuropei. Recentemente la sua fenomenale collezione di dipinti che raffigurano le larve di tutte le libellule europee, nella loro interezza e in alcuni casi anche con alcuni particolari ingranditi, è stata raccolta in un volume [6] che consente di ammirare la grandissima precisione con cui quei dipinti furono realizzati, a partire dall’osservazione di esemplari catturati in natura ed allevati in acquario dallo stesso Paul-André. A distanza di decenni, quelle illustrazioni sono ancora un validissimo supporto per l’identificazione delle larve (e delle esuvie) degli Odonati europei.
La tavola che raffigura Sympecma fusca è perfettamente esplicativa della capacità di illustrare realisticamente la natura di cui era dotato Paul-André Robert. Oltre ai singoli elementi, molta attenzione è data a come questi inquadrano il contesto. Sympecma fusca è una delle pochissime libellule che svernano allo stadio adulto. Paul-André scelse di rappresentarla alla fine dell’ibernamento invernale: il contesto è delineato in modo inequivocabile dalla livrea molto scura della libellula (alla fine dell’inverno è effettivamente così, mentre i nuovi nati dell’estate avranno una livrea più chiara e brillante) e dalle piante fiorite sullo sfondo, tra le quali si riconoscono chiaramente Primula vulgaris e Hepatica nobilis, due piante che fioriscono alla fine dell’inverno proprio negli habitat di svernamento di Sympecma fusca, costituiti in genere da boschetti. Da [5].
Paul-André Robert padroneggiava anche il disegno a tratto, spesso usato nei manuali di entomologia per rappresentare in modo più ‘pulito’ i particolari utili per l’identificazione delle specie; in questa tavola sono raffigurate le estremità addominali delle specie di Aeshnidae e Gomphidae presenti in Svizzera. Da [5].
Il terreno comune dei due fratelli furono le piante alpine, poiché a un certo punto anche Paul-André si dedicò ad esse, dipingendo alcune decine di tavole per i due volumi della Flore et végétation des Alpes di Claude Favarger (1913-2006) [8]. Sono però tavole molto diverse da quelle di Philippe: rappresentano infatti le piante alpine nel loro ambiente naturale, in comunità vegetali multispecifiche, ben strutturate e del tutto simili a quelle che si ritrovano in natura. Una scelta molto diversa, dovuta sicuramente anche al fatto che i temi delle due opere erano differenti: Philippe illustrò una flora, e doveva quindi far risaltare i caratteri diagnostici delle singole specie, mentre Paul-André illustrò un testo sulla vegetazione, in cui era più importante evidenziare la comunità vegetale nel suo aspetto complessivo piuttosto che le singole specie. Ciascuno dei due fu in grado di adottare la soluzione più efficace per adempiere allo scopo dell’opera che andava ad illustrare.
Le piante di Pilippe, solitarie dentro ai loro riquadri, con quegli steli sinuosi e con quei tenui sfondi monocromatici, non possono non far pensare ad un influsso di Art Nouveau, dal quale a mio parere non fu totalmente immune nemmeno Paul-André: soprattutto nelle tavole sulle farfalle si avverte questo influsso anche su di lui. E sebbene la mano sia diversa da quella di Philippe, in qualche modo sembra però quasi di percepire che le due mani sono legate da una parentela.
Le due differenti soluzioni con cui i due Robert illustrarono le medesime piante: a sinistra le tavole singole di Philippe su Pinguicola alpina, Pinguicola vulgaris, Saxifraga stellata e Saxifraga azoides, a destra la tavola di Paul-André relativa alla comunità vegetale costituita da queste specie. Le tavole di Philippe sono indubbiamente più efficaci se abbiamo bisogno dei dettagli utili per identificare la pianta, mentre quella di Paul-André rappresenta fedelmente la situazione d’insieme nella quale queste specie si trovano in natura. Da [1] e [8].
Gran parte dei dipinti naturalistici dei due fratelli e del padre sono conservati nella Collection Robert, collocata nel Nuovo Museo di Biel/Bienne (Cantone Berna) e consultabile online a questo link – sul sito sono visibili solo in piccolo formato, ma è già qualcosa.
Note
[1] Correvon H. & Robert P. 1908. La Flore Alpine. Delachaux & Niestlé, Neuchatel & Paris.
[2] Correvon H. & Robert P. 1911. The Alpine Flora. Methuen & co., London.
[3] Robert P. 1909. Feuilles d’Automne. Ried ob Biel, Biel/Bienne.
[4] Robert P.-A. 1934. Les Papillons dans la nature. Delachaux & Niestlé, Neuchatel & Paris.
[5] Robert P.-A. 1958. Les Libellules. Delachaux & Niestlé, Neuchatel & Paris.
[6] Robert P.-A. (edito da Brochard C.) 2018. Les larves des libellules de Paul-André Robert: l’oeuvre d’une vie / Die Libellenlarven von Paul-André Robert: sein Lebenswerk. KNNV Uitgeverij, The Netherlands.
[7] Jaccottet J. & Robert P.-A. 1925. Les Champignons dans la nature. Delachaux & Niestlé, Neuchatel & Paris.
[8] Favarger C. 1962-1966 [ristampato nel 1994]. Flore et végétation des Alpes. Delachaux & Niestlé, Neuchatel & Paris. 2 voll.