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Archive for giugno 2015

La prima passeggiata ‘alla scoperta della natura intorno a Tromello’, organizzata su iniziativa della biblioteca comunale “R. Burchi” e che mi ha visto per la prima volta in veste di guida naturalistica sul campo, si è svolta ieri mattina lungo il sentiero che costeggia la riva destra del Terdoppio a sud dell’abitato. Il cielo piuttosto coperto, che all’inizio sembrava preoccupante e foriero di pioggia, ha avuto in realtà la sua utilità, evitandoci di arrostire sotto il sole di fine maggio.

Realizzato una decina di anni fa come percorso nel verde a breve distanza dal paese, con tanto di siepi di biancospino e rosa canina, panchine e spazi barbecue, negli ultimi anni il sentiero è stato un po’ abbandonato a se’ stesso, tanto che quest’anno non è stato nemmeno sfalciato; l’erba alta, nonostante le perplessità di alcuni, non ha comunque ostacolato la passeggiata, anzi, si è rivelata una preziosa alleata per la buona riuscita dell’evento, ospitando molti artropodi che sono stati oggetto di osservazioni ravvicinate.

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Il gruppo di escursionisti (foto: E. Gheza)

Dopo un’introduzione necessaria ad inquadrare la nostra situazione nel panorama europeo delle politiche ambientali (sostanzialmente un pistolotto sulla Direttiva Habitat[1]), si parte finalmente alla scoperta del sentiero con occhi nuovi! Una breve siepe di rovi ancora fioriti è l’occasione per parlare di api e sirfidi, insetti impollinatori fondamentali per l’ecosistema; i prati incolti che all’apparenza sembrano uno sgraziato insieme di erbacce troppo alte rivelano un’enorme importanza per insetti come le farfalle, e non solo; le ragnatele sospese tra la vegetazione lungo il sentiero permettono di osservare come i ragni non siano dei mostri terrificanti ma semplicemente degli animali interessanti, talvolta addirittura utili, che occupano il loro giusto posto nell’ecosistema; le fasce vegetate sulle rive dei corsi d’acqua, nascondiglio ideale per uccelli e anfibi, danno l’occasione per accennare alla rilevanza delle zone umide della Lomellina per questi animali.

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La Nitticora (Nycticorax nycticorax), uno degli aironi più facilmente osservabili nelle risaie tromellesi (foto: G. Gheza)

Dall’altro lato, se la passeggiata aveva come scopo primario quello di sottolineare come anche in un ambiente così impattato dall’uomo come la Pianura Padana possano esistere situazioni, anche ristrette, in cui la natura è osservabile se si ha la cognizione di dove andarla a cercare, un altro argomento molto importante che è stato sottolineato più volte riguarda il danno delle specie esotiche invasive agli ecosistemi nostrani. Abbiamo così occasione di scoprire che i musetti simpatici della nutria e dello scoiattolo grigio celano problematiche gravi, e che perfino lungo il Terdoppio sono già arrivate delle piante esotiche dannose per la vegetazione autoctona. Non è il caso di dilungarsi in questa sede, ma futuri post del blog affronteranno meglio l’argomento.

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La nutria (Myocastor coypus), una delle specie esotiche dannose presenti anche nelle campagne tromellesi (foto: G. Gheza)

In tutto questo, gli amici naturalisti che hanno accettato di coadiuvarmi in questa impresa non se ne stanno con le mani in mano, e acchiappano di volta in volta insetti e ragni vari che, temporaneamente intrappolati in scatoline di plastica (e poi ovviamente rilasciati al termine della ‘spiegazione’), vengono mostrati ai partecipanti. È così possibile osservare più da vicino alcuni ragni con ovisacco (il ‘sacco’ di tela con il quale alcune specie si portano in giro le uova), delle coloratissime coccinelle e lo sfavillante coleottero Oedemera nobilis.

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Pisaura mirabilis, femmina con ovisacco (foto: F. Grossi)

Le farfalle sono troppo sfuggenti, ma riusciamo a mostrare alcune libellule, piuttosto pigre visto il cielo coperto (sono molto più attive in pieno sole): Calopteryx splendens, Platycnemis pennipes e, a sorpresa, anche una Somatochlora metallica, solitamente volatrice instancabile, si lascia ammirare posata.

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Somatochlora metallica, femmina (foto: G. Gheza)

Ogni tanto nelle risaie si riesce ad individuare qualche airone, ma per lo più gli uccelli vengono messi in fuga già a distanza dall’inevitabile cicaleccio del gruppo; è comunque una situazione positiva, in quanto favorisce l’attenzione verso animali meno appariscenti e solitamente non considerati dai più – gli invertebrati, per l’appunto.

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Oedemera nobilis, maschio (foto: G. Gheza)

Un grande ringraziamento va a tutti gli amici che mi hanno aiutato ad acchiappare bestioline e che hanno impreziosito la mattinata con i loro interventi specialistici: Alida (che ha colmato alcune mie lacune entomologiche), Cecilia (che ci ha raccontato di come gli invertebrati dei corsi d’acqua siano ottimi indicatori di qualità ambientale), Alan (che ci ha fornito preziosi consigli per l’osservazione delle lucertole), Francesca, Giacomo, Ester; a Davide, che mi ha proposto di lanciarmi in questa esperienza; e a tutti i partecipanti, che con il loro interesse – che mi ha fatto veramente piacere – hanno in qualche modo aumentato ulteriormente la mia voglia di buttarmi nel difficile percorso della divulgazione.

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Una piccola nota campanilistica: il nostro paesello è citato sulla più nota guida da campo europea delle Libellule [2] come uno dei luoghi migliori per osservarle in Italia!


*** Note ***

[1] La direttiva n. 43 del 1992 della Comunità Europea, nota anche come “Direttiva Habitat”, dà istruzioni agli Stati membri per quanto concerne la protezione dell’ambiente, in particolare degli habitat naturali ‘di interesse comunitario’ e delle specie vegetali e animali di particolare interesse conservazionistico; in Lombardia, le specie tutelate dalla Direttiva Habitat sono protette dalla Legge Regionale n. 10 del 31 marzo 2008 “disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea”.

[2] K.-D. B. Dijkstra & R. Lewington, 2006. Field guide to the Dragonflies of Britain and Europe. British Wildlife Publishing. 320 pp.

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